Cellule staminali mesenchimali trattamento per la sclerosi multipla

Le cellule staminali mesenchimali utilizzate nel trattamento della sclerosi multipla

Oggi l’utilizzo delle cellule staminali mesenchimali nel trattamento della sclerosi multipla rappresenta un'alternativa promettente rispetto al trattamento convenzionale. Gli effetti terapeutici si basano sulla capacità delle cellule staminali mesenchimali di inibire comportamento patogeno delle cellule T e B e di liberare molecole neuroprotettive che contribuiscono alla protezione e riparazione dei tessuti. Inoltre, esse si differenziano in tipi di cellule danneggiate promuovendo la rigenerazione dei tessuti [5]. Il primo rapporto sul trattamento della sclerosi multipla con le cellule staminali mesenchimali prelevate dal midollo osseo autologo (BMMSC) è stato pubblicato nel 2007 da Mohyeddin Bonab M. et al. Questo è stato un trial clinico pilota in cui dieci pazienti con sclerosi multipla che non avevavo risposto al trattamento convenzionale sono stati trattati con le BMMSC . Il periodo medio di follow-up è stato di 19 mesi. Sono stati osservati miglioramenti nelle funzioni sensoriali, piramidali e cerebellari dopo la terapia con cellule staminali. Inoltre, si è verificato un importante miglioramento nel punteggio dell’Expanded Disability Status Scale (EDSS) che indica l'aumento dello stato funzionale dei pazienti.

Nel 2009 Riordan Ni.H. et al. hanno segnalato tre casi clinici di successo in cui sono state utilizzate cellule staminali mesenchimali prelevate dal tessuto adiposo in pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente. C'erano tre uomini con un decorso della malattia molto grave. Tutti e tre non hanno dato risposta al trattamento convenzionale. Tutti hanno ricevuto le cellule mesenchimali, dopodiché non sono stati osservati effetti collaterali significativi associati con la somministrazione delle cellule staminali mesenchimali. Dopo la somministrazione di cellule staminali nell’arco di qualche settimana i pazienti hanno presentato considerevole miglioramento della cognizione, quasi completa riduzione della spasticità nelle estremità, notevole miglioramento dell’equilibrio e coordinazione, un livello di energia più alto e umore positivo. Risultati incoraggianti sono stati ottenuti in uno studio clinico condotto da Karussis D. et al. in cui sono stati dimostrati effetti immunomodulatori positivi di BMMSC autologhe nei pazienti con sclerosi multipla. Quindici pazienti con sclerosi multipla hanno ricevuto cellule staminali mesenchimali. Il periodo di follow-up è stato di 25 mesi. La disabilità neurologica è stata valutata tramite la Expanded Disability Status Scale (EDSS). Lo studio ha dimostrato che il punteggio medio dell’EDSS è diminuito progressivamente indicando miglioramento funzionale nei pazienti. Non sono stati rilevati principali effetti avversi in nessun paziente durante il periodo di follow-up.

Cellule staminali midollo osseo autologhe

Nel 2010 Yamout B. et al. hanno dimostrato i risultati dello studio clinico pilota in cui pazienti nei quali il trattamento convenzionale non aveva dato risultati sono stati sottoposti al trattamento con cellule staminali mesenchimali autologhe. C'erano 7 pazienti che soddisfacevano i criteri e sono stati inclusi nello studio. Il periodo di follow-up è stato di 12 mesi. Durante i primi 6 mesi i pazienti hanno mostrato miglioramenti nelle diverse componenti dell’ Expanded Disability Status Scale e Multiple Sclerosis Functional Composite. Inoltre, è stato osservato un miglioramento del punteggio del Paced Auditory Serial Addition (PASAT). È importante ribadire che la maggior parte dei pazienti ha riferito un miglioramento soggettivo e funzionale nel loro stato neurologico 3-6 mesi dopo la procedura. A 3 mesi dal trattamento è stato rivelato miglioramento di valutazione visiva durante il test di sensibilità al contrasto. Primi segni di miglioramento clinico sono mantenuti durante tutti i periodi di follow-up.

Nel 2010 uno studio condotto da Rice C.M. et al. ha dimostrato la sicurezza e la fattibilità del trattamento dei pazienti con SM progressiva recidivante con l’utilizzo di cellule staminali autologhe (BMSC) prelevate dal midollo osseo. Nel trial clinico sono stati inclusi sei pazienti con sclerosi multipla in stato avanzato. Tutti i pazienti hanno ricevuto la fleboclisi contentente le BMSC autologhe. Non sono stati osservati effetti avversi gravi. Il periodo di follow-up è stato di 12 mesi. Durante questo periodo punteggi sulla disabilità sono migliorati o non modificati. Inoltre, i potenziali evocati multimodali hanno rilevato miglioramenti neurofisiologici.

Nel 2012 Bonab M.M. et al. hanno pubblicato i risultati di uno studio clinico non-controllato in aperto in cui i pazienti con sclerosi multipla progressiva sono stati trattati con cellule staminali mesenchimali. Sono stati inclusi ventidue pazienti che non rispondevano ai trattamenti convenzionali. Il periodo di follow-up è stato di 12 mesi. È importante sottolineare che non sono stati segnalati particolari effetti avversi ritardati. La stabilizzazione ed il miglioramento della condizione generale della malattia in base al punteggio dell’Expanded Disability Status Scale sono stati osservati in quasi tutti i pazienti. Inoltre, in quasi tutti i pazienti si è rilevata la stabilizzazione dei risultati di risonanza magnetica che indicavano rallentamento della progressione della malattia.

Ha avuto successo anche utilizzo di cellule staminali mesenchimali autologhe nel trattamento della sclerosi multipla secondaria progressiva come dimostrato in uno studio clinico in aperto, condotto da Connick P. et al. nel 2012. C’erano dieci i pazienti con sclerosi multipla che aveva colpito le vie visive. A tutti è stata somministrata una singola dosi delle BMMSC autologhe per via endovenosa. Vale notare che eventuali effetti avversi gravi ritardati non sono stati osservati. Il periodo di follow-up è stato di 10 mesi. In tutti i pazienti è stato notato un miglioramento nei punteggi dell’Expanded Disability Status Scale, che indicavano la riduzione della progressione di disabilità in generale dopo il trattamento. Inoltre, in tutti i pazienti sono stati trovati risultati stabili della risonanza magnetica senza variazioni del tasso di accumulazione lesioni. In aggiunta, il miglioramento della funzione, fisiologia e struttura visive è stato osservato in tutti i pazienti.

Nel 2014 Llufriu S. et al. hanno pubblicato i risultati del primo studio clinico randomizzato, controllato con placebo, condotto in doppio senso in cui sono state utilizzate BMMSC autologhe per il trattamento di pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente. Sono stati inclusi nove pazienti che non rispondevano alla terapia convenzionale. Tutti sono stati divisi a caso in due gruppi. I pazienti del primo gruppo sono stati trattati con le BMMSC somministrate per via endovenosa. Il secondo gruppo era di controllo in cui tutti i pazienti hanno ricevuto trattamento placebo. Il periodo di follow-up è stato di 6 mesi, dopodiché il trattamento è stato invertito (il primo gruppo è diventato di controllo ed i pazienti del secondo gruppo hanno ricevuto terapia con cellule staminali). I pazienti sono stati seguiti per altri 6 mesi. L'efficacia è stata valutata in base al numero cumulativo delle lesioni captanti gadolinio sulla risonanza magnetica che ha mostrato l'attività del processo infiammatorio. Al termine del periodo di follow-up è stata osservata la riduzione dei parametri infiammatori della risonanza magnetica in tutti i pazienti che hanno ricevuto cellule staminali mesenchimali autologhe. Inoltre, sono state osservate anche le risposte proinfiammatorie Th1 ridotte in tutti i pazienti trattati con cellule staminali mesenchimali autologhe. È importante sottolineare che il trapianto di cellule staminali mesenchimali non è stato accompagnato da alcun effetto avverso grave in nessun paziente. I risultati ottenuti hanno dimostrato l'influenza positiva immunomodulante di cellule staminali mesenchimali che ha portato alla riduzione dell'attività del processo infiammatorio in pazienti con sclerosi multipla. Inoltre, è stato dimostrato che l'utilizzo delle MSC nel trattamento di pazienti con sclerosi multipla è sicuro.

Così, i risultati ottenuti in vari studi clinici hanno dimostrato la fattibilità, la sicurezza e l'efficacia dell’utilizzo di cellule staminali nel trattamento della SM. Perlopiù, i dati disponibili hanno dimostrato che la terapia con cellule staminali porta alla sospensione della progressione della malattia.

Sclerosi multipla trattamento e rimielinizzazione

La sclerosi multipla (SM) rappresenta una malattia cronica autoimmune infiammatoria (l’infiammazione è causata dalle cellule T) in cui il sistema immunitario attacca il sistema centrale nervoso. È caratterizzata dalle infiltrazioni vasculari delle cellule monucleate, demielinizzazione, perdita assonale e gliosi accompagnata dalla formazione di placche multiple nel cervello e nel midollo spinale. Ha un decorso progressivo che porta alla disabilità fisica e cognitiva. Di solito la malattia colpisce giovani adulti all'età tra 20 e 50 anni ed è più comune nelle donne[1].

La causa della SM è ancora sconosciuta. Molto probabilmente, la sclerosi multipla è causata da una combinazione di fattori genetici, ambientali e infettivi. Secondo altre ipotesi, l’infezione dal virus di Epstein-Barr in giovane età e le manifestazioni di mononucleosi infettiva, nonché ridotta esposizione al sole, radiazione ultravioletta, la carenza di vitamina D ed il fumo di sigaretta possono innescare sviluppo della sclerosi multipla.

La sostanza bianca del cervello e del midollo spinale è la meta della SM. La malattia distrugge gli oligodendrociti, le cellule speciali responsabili della creazione e del mantenimento della guaina mielinica che permette ai neuroni di trasmettere il potenziale d'azione lungo l'assone ad alta velocità. Il risultato della sclerosi multipla è una perdita completa o un assottigliamento della guaina mielinica, a volte anche il danneggiamento dell’assone.

È necessario sottolineare che nessun trattamento attualmente disponibile per pazienti con sclerosi multipla inibisce selettivamente l'attacco immunitario, né promuove la rigenerazione di tessuti precedentemente danneggiati, chiamato Rimielinizzazione..


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